MOSÈ CHIAMATO DA DIO
Nel libro dell’Esodo si racconta che il Faraone, sempre più preoccupato, ordinò che ogni figlio maschio ebreo fosse ucciso appena nato.
Allora una donna della tribù di Levi, avendo partorito un bimbo, si procurò una cesta di papiro, la spalmò di bitume per renderla
impermeabile, vi adagiò poi il figlioletto e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo, con la speranza di salvarlo.
Il bambino venne trovato dalla figlia del Faraone, che lo allevò come fosse suo figlio.
Lo chiamò Mosè, che significa “salvato dalle acque”.
Educato alla corte del Faraone, Mosè solo da grande scoprì di essere ebreo. Un giorno, di fronte ad un sorvegliante egiziano che maltrattava violentemente un ebreo, non poté trattenersi e lo uccise.
Fu costretto allora a rifugiarsi nel deserto, dove trovò moglie e fece il pastore. Mosé, mentre guidava al pascolo il gregge di suo suocero, vide un roveto che misteriosamente ardeva senza consumarsi. Incuriosito si accostò alla fiamma quando una voce potente lo fermò:
“Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe: ho visto la sofferenza del mio popolo in
Egitto e sono sceso per liberarlo e per farlo uscire da questo
Paese. Ora va’! Io ti mando dal Faraone. Fa’ uscire dall’Egitto
il mio popolo. Io sarò con te.” Esodo 3, 6 – 12
Mosè volle conoscere il nome di colui che gli parlava dal roveto e Dio disse:
– Io sono colui che sono! (Esodo 3, 14)
ATTIVITÀ
Rispondi alle domande sul quaderno:
1.Perché Mosè si trova nel deserto?
2.Cosa gli chiede il Signore?
DIO RIVELA IL SUO NOME A MOSÈ.